Tantissimi studi sul potenziale dei cannabinoidi suggeriscono che CBD e THC potrebbero essere molto efficaci nella gestione della sintomatologia cronica che affligge le persone affette di disfunzioni della tiroide e altri disturbi di tipo endocrino. In questo articolo abbiamo deciso di approfondire l’argomento e raccogliere dati per valutare l’efficacia della cannabis terapeutica o dei concentrati di cannabidiolo su queste patologie.

Perché l’azione benefica di CBD e THC sulle patologie del sistema endocrino è molto probabile? Semplicissimo, i cannabinoidi interagiscono all’interno del corpo principalmente attraverso il sistema endocannabinoide, una rete complessissima di recettori che regolano moltissime funzioni del corpo umano, tra le quali anche la produzione ormonale e la gestione delle risposte infiammatorie e il sonno… tutti fattori importantissimi in questi tipi di disturbi.

 

Cosa sono i disturbi endocrini

I disturbi endocrini sono patologie molto diffuse che sono da reputare a uno scorretto funzionamento delle ghiandole endocrine che si trovano nel corpo umano. Queste ghiandole producono gli ormoni, ovvero delle molecole che hanno il compito di trasmettere segnali per regolare moltissime importanti attività corporee. Le ghiandole che fanno parte di questo sistema sono l’ipotalamo, la ghiandola pituitaria e quella pineale, la tiroide, la paratiroide, le ghiandole surrenali, il timo, il pancreas, le ovaie e i testicoli.

Le patologie in assoluto più diffuse collegate al sistema endocrino sono quelle legate alla tiroide, come l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, ovvero quando la tiroide produce pochi o troppi ormoni tiroidei. Altra condizione particolare è rappresentata dalla tiroidite di Hashimoto, una condizione cronica autoimmune in cui il sistema immunitario del paziente attacca la propria tiroide senza un motivo apparente e la rende disfunzionale. Anche il diabete è causa di una disfunzione endocrina e consiste in quella condizione per la quale il pancreas non produce in modo regolare l’insulina.

Cosa dicono gli studi clinici

La stretta correlazione tra il sistema endocannabinoide e il sistema endocrino fa si che i cannabinoidi possano avere un ruolo molto importante nella gestione di queste patologie. I recettori dei cannabinoidi si trovano infatti in abbondanza sulla superficie dell’asse ipotalamico-pituitario-tiroideo che regola la produzione di ormoni tramite la ghiandola tiroide e quindi CBD e THC potrebbero essere la chiave per il ripristino di un sistema endocrino difettoso. Questo articolo del 2016 approfondisce gli effetti dei cannabinoidi sul sistema endocrino ed evidenzia nelle proprie conclusioni il potenziale che potrebbero avere nella cura di diverse patologie di origine ormonale le molecole speciali della cannabis. Infatti i cannabinoidi interagendo con gli organi endocrini e il sistema immunitario partecipano a tantissime attività fisiologiche come la regolazione dell’assunzione di cibo, l’omeostasi energetica del corpo e la produzione ormonale. Lo studio sostiene che questo tipo di interazioni possa essere un obiettivo terapeutico molto importante per ricerche future più approfondite riguardanti tutte le patologie associate ai malfunzionamenti endocrini (compreso trattamento della sterilità, dell’obesità, del diabete, delle malattie della tiroide e persino della prevenzione di molte malattie associate al sistema cardiovascolare).

Inoltre il CBD in particolare ha una serie di effetti positivi comprovati sulla regolazione del sonno nonché un effetto anti ansia come suggerisce questo studio casistico retrospettivo pubblicato nel 2019, che (come molti altri studi scientifici recenti) attribuisce doti intrinseche al cannabidiolo che potrebbero essere molto importanti nella gestione dei sintomi di molte patologie collegate ai disturbi endocrini, che molto spesso scatenano insonnia e instabilità emotiva molto marcata.