Ci sono alcuni paesi nel mondo che, quando si parla di cannabis, iniziano a mostrare crepe nei vecchi e negativi stereotipi. Ciò dimostra che l’utilità medica per i pazienti sta forse superando tutti gli altri cosiddetti effetti negativi e pregiudizi normalmente associati al nome di questa pianta.

In passato, i precursori della vecchia scuola della sottocultura della cannabis, vedevano le industrie farmaceutiche, del tabacco e dell’alcool come minacce dirette, e anche come istigatrici della “war on drugs” per il controllo delle droghe. Ad ogni modo, tornando al 2017 non c’è più guerra alle droghe, bensì un processo di legalizzazione, un settore emergente e nuove opportunità di cura.

È ora di iniziare a vedere come collaboratori e partner quelli che prima erano considerati come dei nemici, in modo da poter sfruttare la loro esperienza e i loro mezzi e far sì che l’industria della cannabis si affermi nel lungo periodo. Dato che l’industria della cannabis è sempre stata ostacolata dalla politica e dalla legge e dalle normative, è il momento di ripensare e riorganizzare questo business – finalmente riabilitato – per il grande pubblico. Che ci piaccia o no il progresso è qui, e come un frutto maturo al momento del raccolto pare che sia arrivato il tempo della cannabis.

Grazie alle nuove ricerche sui diversi cannabinoidi e terpeni presenti nella pianta di cannabis, appare chiaro che per i pazienti ci sono effetti secondari più positivi che negativi rispetto a quelli che la medicina tradizionale offre al momento. Pensiamo alla chemioterapia: se non uccide il paziente durante il trattamento ha comunque gravi e dannosi effetti, e questo motivo da solo basta per mostrare un cambio nelle decisioni della gente a favore della cannabis. Affrontare l’estenuante processo della chemioterapia combinandolo con questi prodotti per ridurne gli effetti spiacevoli, sta diventando un’alternativa. I malati e i pazienti cronici trasmettono molta forza e hanno ragione di scegliere e usare la cannabis e i suoi derivati per trattare queste condizioni. Per cui bisogna far in modo che sia ben diffusa e sempre reperibile per rispettare questi criteri.

Negli ultimi 30 anni le mie aziende sono state in prima linea per quanto riguarda la ricerca e lo sviluppo dei prodotti. Di recente abbiamo partecipato attivamente alla creazione di un prodotto unico al mondo, che mette talmente tanta cura nel confezionamento da superare tutte le nostre aspettative. Questo risultato è stato raggiunto grazie alla collaborazione con la boutique e la compagnia svizzera di tabacco organico Heimat.

Le Heimat si trovano nei tabaccai, nei chioschi e nei supermercati svizzeri da qualche anno. Dal momento che si tratta di un’azienda di fabbricatori indipendenti di tabacco che basa la sua attività su tabacchi organici di alta qualità coltivati in Svizzera, è stato per noi il collaboratore ideale insieme al quale entrare nel nuovo mercato delle sigarette di canapa/tabacco. Il prodotto è composto per 1/3 da biomassa di infiorescenze con CBD, mentre gli altri 2/3 sono di tabacco organico svizzero; il prodotto, fabbricato in Svizzera per il mercato elvetico, non supera il limite consentito di THC. Dato che è mischiato con il tabacco non è il prodotto ideale per tutti, ad ogni modo già si lavora al prodotto successivo che consisterà in sigarette di sole infiorescenze di CBD e senza tabacco aggiunto. Sarà un prodotto molto indicato ed efficace per certe persone. Ma il vantaggio più grande sarà quello di entrare nei supermercati da innovatori ed avere così un impatto positivo sulla normalizzazione della cannabis. La diminuzione dei pregiudizi negativi e la promozione rivolta a quelle fasce di popolazione prima escluse, genererà una crescita dei derivati della cannabis. Recentemente i nuovi pacchetti sono entrati negli scaffali dei supermercati Coop e sono andati esauriti nel giro di poche ore. Così, la domanda e l’interesse per questo e altri prodotti a base di cannabis sono rimasti alti, facilitando il raggiungimento di un pubblico sempre più vasto. Non solo sono facilmente reperibili, non c’è neanche più bisogno di recarsi in negozi specializzati o hemp shop, semplicemente nei normali supermercati o tabaccai dove di solito compreresti le sigarette!

In origine l’idea era quella di facilitare l’accesso degli svizzeri agli strain di cannabis ricchi di CBD, vista la legge elvetica che tollera livelli di THC dell’1%. Per questo motivo abbiamo lavorato su selezioni di piante provenienti dall’area ricreativa, abbassandone il THC e aumentando il CBD durante il processo di breeding per rispettare le leggi e i limiti tollerati negli U.S.A riguardo la coltivazione delle varietà di canapa. Le nostre colture di canapa autorizzata coltivata in Colorado e Oregon, si basano esclusivamente su piante clone e non su colture da seme, e sono preselezionate al 16% di CBD e 0.3% THC con oltre 40 terpeni misurati. Il motivo per il quale abbiamo deciso di fare una coltura di canapa solo da piante clone, è dovuto, in parte, alla nostra convinzione che Madre Natura ha già la ricetta per le piante medicinali. Siamo convinti che il CBD estratto da colture di canapa fatte a partire da semi sia utile ma fino a un certo punto; ma per ottenere il massimo beneficio da questi incredibili cannabinoidi presenti nella pianta i terpeni sono altrettanto importanti. I terpeni si trovano in concentrazioni molto basse rispetto ai cannabinoidi ma, insieme nella pianta, e con un certo rapporto, garantiscono dei miglioramenti molto più netti su coloro che usano questo tipo di estratti piuttosto che gli estratti di canapa da seme. Senza dubbio ci sono ancora molte cose da verificare prima di poter affermare tutto questo con certezza! Nei nostri uffici in Spagna stiamo osservando grosse differenze negli effetti che i nostri oli hanno sulle persone che li usano, rispetto ai prodotti lavorati da colture di canapa coltivate dal seme.

Di fatti, nel nostro laboratorio molte analisi su una selezione di diversi oli e estratti presenti nel mercato che affermavano di avere determinate concentrazioni di CBD, e il risultato per l’utente finale non era poi così esaltante. Molti dei prodotti analizzati contengono a mala pena i principi attivi dichiarati, sono realizzati in maniera approssimativa e senza omogeneità tra i vari lotti. I prodotti testati che affermavano di avere determinate concentrazioni di principio attivo, non erano utili nel trattamento di certe patologie. Quindi abbiamo miscelato un olio a spettro completo contenente sia versioni acide decarbossilate di CBD che CBD decarbossilato attivo, oltre a più di 40 terpeni e altri cannabinoidi presenti. Quando abbiamo fatto un olio a spettro completo con il 6% di CBD abbiamo notato che era efficace per quasi tutti le patologie, rispetto all’olio a spettro completo con concentrazioni di CBD inferiori al 3%, che invece era utile per bambini e per patologie mentali, ma non per malati di tumore o per quelli che soffrono di dolori cronici. Ovviamente si tratta di informazioni e osservazioni svolte all’interno dei nostri laboratori e non ancora sostenute completamente dalla scienza.

È un inizio entusiasmante vedere quali siano i dosaggi, la frequenza e le quantità necessarie per aiutare certi pazienti a mantenere un certo grado di stabilità! Di sicuro c’è ancora bisogno di svolgere vari tentativi sui prodotti e sui dosaggi, ma è così per tutti i nuovi supplementi che offrono un aiuto contro le patologie e danno sollievo ai pazienti. Ciò che mi rende fiero in questo momento della mia vita – ed in questa fase che vive la cannabis – è che il mondo, fatto da gente diversa con diverse esigenze, sta imparando che ci sono alternative meno dannose e più produttive rispetto a quelle suggerite dai dottori o a quelle offerte dalle case farmaceutiche. La forza di quelli che credono e confidano che i rimedi a base di cannabis migliorerebbero la propria salute e qualità della vita, è assolutamente ispiratrice. Impratichirsi sui dosaggi e sulle quantità necessarie per determinate problematiche ha ispirato molta gente, prima ignorante in materia, a credere in questi affidabili derivati dalla cannabis. È arrivato il momento che una larga fetta della popolazione sia introdotta alle alternative a base di cannabis, per vedere se possono essere utili o meno per le proprie esigenze. Il solo fatto che paesi come la Grecia stiano aumentando la tolleranza del THC fino allo 0.8%, l’Italia fino allo 0.6% sulla canapa prodotta localmente e la Svizzera guidi la classifica con un 1% di THC permesso, significa che stanno volgendo al termine i giorni in cui la cannabis è vista come un prodotto negativo. Questo, a sua volta, permetterà alla normalizzazione di diffondersi tra la popolazione e, in meno tempo di quanto non si pensasse prima, sarà normale usare derivati dalla cannabis per questioni personali e di salute.

Come è sempre avvenuto per le novità nella storia dell’uomo, anche nel caso della cannabis la comprensione dei suoi composti spaventa e porta in primo luogo a una limitazione e regolamentazione del suo uso, fino a quando quelli che stanno al potere non trovano il sistema per tassarla e ottenere così dei benefici personali. Una volta che sarà richiesta dalla maggioranza delle persone, si raggiungerà il punto di svolta e niente sarà più come prima.

È questo il destino e il futuro della cannabis.